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lunedì 30 luglio 2012

Elisabetta Parise: “ La patrimoniale spaventa i padri e non i figli, che il patrimonio devono ancora costruirlo. E’ una forma di solidarietà tra generazioni”

ROMA – “Continuare a lamentare lo stato di crisi del Paese è diventato un esercizio, ormai, di pura, stancante e ripetitiva retorica. Ma non ha alcun senso se non si indicano soluzioni atte a invertire questo preoccupante trend sociale ed economico - dichiara Elisabetta Parise, della Fondazione Formiche ‘Giovani in Fondazione’ -. Noi riteniamo che l’introduzione di una patrimoniale rappresenti una risposta adeguata, tra quelle possibili, sia dal punto di vista dell’equità sociale sia da quello dell’eventuale per la riduzione del debito pubblico. Abbiamo preso atto della “spending review”, abbiamo accettato di vivere un momento di “lacrime e sangue” ma non si può evitare di attuare quelle misure necessarie per ridurre questa zavorra, ormai vicina a quota 2.000 miliardi. Il patrimonio privato degli italiani era pari, nel 2010, a circa 9500 miliardi di euro. Una patrimoniale tra il 3 e il 5% significherebbe ridurre il rapporto sul Pil intorno al 80%, in linea coi Paesi più virtuosi dell’occidente. Sarebbe un provvedimento apprezzato da molti perché, in momenti così difficili, come hanno più volte evidenziato pure autorevoli esponenti del mondo politico, sociale e imprenditoriale, chi ha di più deve dare un contributo maggiore. E’ una forma di solidarietà che l’intera comunità nazionale si attende. Tale misura ci metterebbe al riparo dal nervosismo dei mercati, ridurrebbe lo spread BTP-Bund e si libererebbero cosi risorse, anche solo da risparmio di interessi, da restituire alle nuove generazioni sotto forma di risparmio fiscale, agevolazioni imprenditoriali e nuovi investimenti infrastrutturali nei prossimi anni. Con mutui più cari e sempre più rari il patrimonio messo insieme dai nostri nonni e dai nostri padri, in un contesto in crescita e meno vincolato, rappresenta la sola fonte di finanziamento della nostra generazione. Gli effetti benefici sprigionati a cascata da una riduzione del debito pubblico restituiranno ai giovani la speranza di poter costruire un personale patrimonio e una speranza di vita migliore.  Classe politica e Governo non devono avere remore e, in tempi brevi, dovranno ipotizzare una patrimoniale quanto più equa e solidale”.

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