Smart e remote working sono stati per molti un’occasione per
riorganizzare la propria vita, anche da un punto di vista abitativo, e tra le
categorie che più hanno beneficiato di questa opportunità c’è quella dei lavoratori
fuori sede; secondo l’indagine* commissionata da Facile.it
a mUp Research e Norstat, nell’ultimo anno sono oltre 1.000 i lavoratori trentini
fuorisede che, grazie alla possibilità di sfruttare i vantaggi dello smart
working hanno scelto di tornare a casa senza per questo dover rinunciare al proprio
impiego.
A livello nazionale, si legge ancora nell’indagine, a prendere la decisione di
trasferirsi dal luogo in cui ha sede l’azienda per cui si lavora ha interessato
addirittura il 20% dei fuorisede, vale a dire 400.000 individui.
Il 75% di loro ha scelto di tornare a vivere nel luogo di
origine, mentre il 25% ha preferito trasferirsi in un’altra città, diversa
sia da quella in cui è nato sia da quella dove ha sede l’azienda per cui lavora.
In Trentino-Alto Adige crescono le attivazioni di linee
internet
Uno dei primi indicatori del
rientro in pianta stabile - o semi stabile - in regione è la richiesta di
linee ADSL e connessioni ad alta velocità (indispensabili per lo smart
working). Anche in questo caso, secondo le rilevazioni di Facile.it,
il Trentino-Alto Adige fa registrare notevoli incrementi che, fra marzo 2020 e
gennaio 2021, si sono attestati al 3,8%.
Tenore di vita più alto
Uno degli elementi che ha spinto i fuorisede a cambiare città
è quello economico. Se è vero che la retribuzione media degli “smart
workers di ritorno” è pari a 1.840 euro, per uno su tre lo stipendio mensile è inferiore
ai 1.500 euro. Cambiare città mantenendo lo stesso lavoro ha permesso quindi
a molti di migliorare il proprio tenore di vita; il 28,1% ha dichiarato
che la ragione principale per cui ha deciso di rimanere a lavorare da remoto è
perché, pur percependo lo stesso stipendio, può permettersi cose che prima da
lavoratore fuori sede non poteva.
Analizzando le
intenzioni per il futuro, sei smart workers di ritorno su dieci hanno
dichiarato di non avere intenzione di tornare a fare i fuorisede con casa in
affitto e di voler continuare a lavorare da remoto, dalla propria città di origine
o da quella in cui si sono trasferiti dopo il lockdown.
*Nota metodologica: indagine condotta per
Facile.it da mUp Research e Norstat dal 15 al 19 luglio attraverso n.6.537
interviste CAWI ad un campione di individui in età compresa fra 18 e 74 anni,
rappresentativo della popolazione italiana adulta residente sull’intero
territorio nazionale, di cui, grazie a sovra-campionamento n. 408 lavoratori
fuorisede in affitto in epoca pre-Covid 19 e n. 242 individui che si siano successivamente
trasferiti grazie allo smart working.
L’analisi sui contratti di fornitura
Internet casa è stata realizzata su un campione di circa 100.000 contratti
raccolti da Facile.it tra aprile 2019 e gennaio 2021.
Nessun commento:
Posta un commento