Smart e remote working sono stati per molti un’occasione per
riorganizzare la propria vita, anche da un punto di vista abitativo, e tra le
categorie che più hanno beneficiato di questa opportunità c’è quella dei lavoratori
fuori sede; secondo l’indagine* commissionata da Facile.it a mUp Research e Norstat, nell’ultimo anno sono oltre 30.000 i lavoratori siciliani
fuorisede che, grazie alla possibilità di sfruttare i vantaggi dello smart
working, hanno scelto di tornare a casa senza per questo dover rinunciare al proprio
impiego.
Tenore di vita più alto
Uno degli elementi che ha spinto i fuorisede a cambiare città
è quello economico. Se è vero che la retribuzione media degli “smart
workers di ritorno” è pari a 1.840 euro, per uno su tre lo stipendio mensile è inferiore
ai 1.500 euro. Cambiare città mantenendo lo stesso lavoro ha permesso quindi
a molti di migliorare il proprio tenore di vita; il 28,1% di chi, a
livello nazionale, ha scelto di cambiare città per svolgere lo smart working ha
dichiarato che la ragione principale per cui ha deciso di rimanere a lavorare da
remoto è perché, pur percependo lo stesso stipendio, può permettersi cose che
prima da lavoratore fuori sede non poteva.
Analizzando le
intenzioni per il futuro, sei smart workers di ritorno su dieci hanno
dichiarato di non avere intenzione di tornare a fare i fuorisede con casa in
affitto e di voler continuare a lavorare da remoto, dalla propria città di origine
o da quella in cui si sono trasferiti dopo il lockdown.
In alcune aree della Sicilia crescono le attivazioni di linee
internet per lo smart working
Uno dei primi indicatori del
rientro in pianta stabile - o semi stabile - in regione è la richiesta di linee
ADSL e connessioni ad alta velocità (indispensabili per lo smart
working). Anche in questo caso alcune aree della Sicilia hanno fatto registrare
notevoli incrementi che, fra marzo 2020 e gennaio 2021, si sono attestati al +11%
per Palermo, al +10% per Messina e al +8% per Ragusa.
Sicilia seconda in Italia per il saldo fra ingressi ed
uscite
Guardando al fenomeno degli “smart workers di ritorno” emerge
chiaramente come questo abbia assunto connotati diversi a seconda dell’area geografica.
Alcune regioni, soprattutto nel Meridione, hanno visto rientrare lavoratori in
misura maggiore rispetto a quelli che sono usciti: la Sicilia è al secondo
posto in questa classifica (+27%), dietro alla Sardegna (+40%) e davanti
alla Calabria (+21%).
Di
contro, le regioni con città più popolose da un punto di vista demografico e
lavorativo, hanno avuto un bilancio negativo, vale a dire che il numero di
smart workers che hanno lasciato la regione è superiore a quello di coloro che vi
hanno fatto ritorno: ad esempio Lombardia (-2%), Piemonte (-10%)
e Lazio (-20%).
*Nota metodologica: indagine condotta per
Facile.it da mUp Research e Norstat dal 15 al 19 luglio attraverso n.6.537
interviste CAWI ad un campione di individui in età compresa fra 18 e 74 anni,
rappresentativo della popolazione italiana adulta residente sull’intero
territorio nazionale, di cui, grazie a sovra-campionamento n. 408 lavoratori
fuorisede in affitto in epoca pre-Covid 19 e n. 242 individui che si siano
successivamente trasferiti grazie allo smart working.
L’osservatorio Facile.it – Mutui è
stato realizzato su un campione di oltre 100.000 richieste di mutuo raccolte
nel primo semestre 2020 e 2021.
L’analisi sui contratti di fornitura
Internet casa è stata realizzata su un campione di circa 100.000 contratti
raccolti da Facile.it tra aprile 2019 e gennaio 2021.
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