Il mercato
immobiliare italiano sta vivendo un momento molto particolare; in alcuni comuni
i prezzi hanno ripreso salire, in altri sono ancora stabili e in tutti,
complici i tassi favorevoli applicati dalle banche, gli italiani cercano di
comprare casa. Ma come si differenzia il settore dei mutui fra grandi e piccoli
centri? Per rispondere alla domanda Facile.it e Mutui.it hanno analizzato oltre 25.000 richieste di finanziamento e
relative erogazioni presentate fra il 1 gennaio 2017 ed il 30 giugno 2018, evidenziando
come nei comuni con più di 250.000* abitanti gli importi medi erogati siano aumentati del 7% arrivando, nel
primo semestre 2018, a 150.923 euro, ma nei piccoli centri siano diminuiti dell’1,5% (importo medio
116.388 euro).
In provincia si sogna, ma poi ci si scontra
con la realtà
L’analisi è
partita dalle richieste di finanziamento e ha potuto mettere in luce come, sia
in provincia sia in città, nel corso dell’ultimo anno il desiderio di
acquistare casa non sia cambiato.
Nel primo
semestre del 2017 la richiesta media
presentata agli istituti da chi voleva comprare un immobile sito in un comune
con meno di 250.000 abitanti era pari a poco più di 120.000 euro, 146.000
nei grandi centri; importi rimasti pressoché identici anche nel primo semestre
dell’anno in corso.
Complice la
riduzione media dei valori immobiliari, pari a circa 10.000 euro tanto in
provincia quanto in città, ad aumentare
in entrambi i casi è l’LTV, ovvero la percentuale di valore della casa che
si è provato a finanziare tramite il mutuo; nei piccoli comuni è passata dal
65% al 68%; dal 65% al 67% nei grandi.
Da notare,
però, come cambi sostanzialmente la proporzione grandi – piccoli centri sul
totale mutui quando si passa dalle richieste
agli erogati. Nel primo caso, fatto 100 l’insieme delle domande di
finanziamento, quelle legate ad immobili che si trovano in piccoli centri
rappresentano il 74% del totale, ma quando dalle domande si passa alle
erogazioni la percentuale scende
notevolmente e si ferma poco sopra al 68%.
Il problema della perizia
«Negli ultimi dieci anni gli immobili hanno
perso buona parte del loro valore; soprattutto in alcune province», spiega Ivano Cresto, responsabile BU Mutui di Facile.it. «Una discesa così marcata genera differenza
fra le aspettative di chi compra o vende e i reali valori di mercato. In virtù
della normativa vigente, inoltre, per le stime peritali le banche si avvalgono
di società certificate che devono necessariamente basare le loro valutazioni
sui valori indicati dall'Agenzia del Territorio o altre fonti istituzionali. Il
risultato è che, a volte, le perizie possono essere molto distanti dall’idea di
valore che si erano fatti gli aspiranti mutuatari e ciò si traduce nella
concreta possibilità di ottenere cifre inferiori alle aspettative o, per
alcuni, addirittura nel non poter far fronte all’acquisto».
I valori
degli immobili, però, in molti comuni hanno smesso di scendere e in alcuni stanno
addirittura tornando a crescere, sia pur lentamente. Questa è una buona
notizia, anche se gli incrementi odierni saranno riscontrabili nelle perizie
solo l'anno prossimo in quanto le tabelle in uso oggi fanno riferimento al 2°
semestre 2017.
Le parole di Cresto trovano riscontro nelle
cifre delle erogazioni. Se per
immobili siti in comuni con meno di 250.000 abitanti, a fronte di una richiesta
pari a 120.189 euro, nel primo semestre del 2017 le banche hanno erogato
mediamente 118.107 euro, nel primo semestre del 2018 la cifra è scesa a 116.388
euro (richiesta media 120.009 euro). Di contro a fronte di una domanda pari a
146.792 euro, nelle grandi città sono stati erogati 140.955 euro nel primo
semestre 2017 e 150.923 euro nei primi sei mesi del 2018 (richiesta media pari
a 146.540 euro)
* Sono stati considerati come
comuni con oltre 250.000 abitanti i seguenti centri: Roma, Milano, Napoli,
Torino, Palermo, Bologna, Genova, Firenze, Bari, Catania, Venezia, Verona.
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