Ci sono alcune spese delle quali nessuna famiglia
può fare a meno e, forse anche per questo, molti consumatori le vivono come un
fardello. In cima a questa lista, secondo una recente indagine* che mUp
Research e Norstat hanno svolto
per Facile.it,
ci sono le bollette di luce e gas.
Fra gli intervistati, il 65,6% ha dichiarato che la bolletta elettrica è la
voce che più incide sul budget familiare, percentuale che scende di pochissimo,
rimanendo molto vicina al 60% anche quando si parla di fornitura del
gas (58,7%).
Visto ciò, è facile capire come il 70,4% del
campione abbia dichiarato che la bolletta elettrica è la voce di spesa
familiare su cui vorrebbe riuscire a risparmiare e quasi il 61% abbia dato la
stessa risposta per la bolletta del gas. Questo desiderio è ben noto
anche ai malintenzionati che, proprio facendo leva su di esso, spesso mettono
in piedi truffe pericolose in cui è
facile cadere se non si sta attenti, ma dalle quali è altrettanto semplice
proteggersi se si prendono opportune precauzioni.
Ecco un breve vademecum sviluppato da Facile.it per
riconoscere i pericoli e mettersi al riparo.
1) Il pericolo può avere diversi aspetti
Il
primo elemento da considerare è che la frode legata alle bollette di luce e gas
può cominciare in modi, e attraverso
canali, molto diversi. Ci sono truffatori che tentano il primo approccio
spedendo un messaggio di posta elettronica che, in risposta ad esso o dopo
aver cliccato su un link, chiede di inserire dati personali; ci sono altri
malintenzionati che provano a carpire informazioni chiamandovi a casa o sul cellulare o, addirittura, frodatori che si presentano alla porta di
casa suonandovi il campanello.
In
ognuno di questi casi, ricordatevi sempre che chi si interfaccia con voi deve
qualificarsi in modo tale che voi possiate verificarne l'identità e
l'effettiva appartenenza allo staff dell'azienda per la quale dice di
contattarvi. Soprattutto se qualcuno vi dovesse suonare il campanello senza un
appuntamento e chiedendovi di entrare, rifiutate
decisamente. Non è questo il modo in cui operano le aziende del settore e,
mai ed in nessun caso, i fornitori di luce o gas accettano che loro incaricati
riscuotano denaro contante dai clienti durante appuntamenti a domicilio. Se vi
chiedono di fare questo...metteteli fuori dalla porta.
2) La fretta è sempre una cattiva consigliera
Visto
che, come emerge anche dalla ricerca di mUp per Facile.it, più di 2 volte su 3
(66% dei casi) a spingere verso un nuovo fornitore è la ricerca di un prezzo migliore rispetto
a quello che si sta pagando, i truffatori battono proprio su questo tasto per
carpire l'attenzione del cliente, cercando di convincerlo che l'azienda con cui
hanno in essere il contratto sia ormai prossima al fallimento e questo potrebbe
comportare per il cliente danni economici e pratici molto gravi o, anche, che
il fornitore che attualmente serve il cliente stia per aumentare le tariffe applicate.
Ancora
una volta, il consiglio più importante è quello di non farsi mai prendere dalla
fretta. Qualunque proposta vi venga fatta, pretendete abbia la forma scritta di un contratto; contratto
che vi deve essere inviato in modo tale che voi non solo possiate analizzarlo
con calma, ma anche vi dia gli strumenti per verificare, magari attraverso
gli sportelli di aiuto dell'Autorità di Regolazione per Energia Reti e
Ambiente (ARERA), tanto la correttezza delle informazioni offerte, quanto, ad
esempio, che la società proponente sia effettivamente una di quelle autorizzate
ad operare e regolarmente riconosciuta dall'autorità.
·
Per
contattare ARERA ci si può servire di uno qualunque dei canali indicati in
questa pagina: https://www.arera.it/it/callcenter.htm
·
Per
verificare gli operatori basta controllare l'elenco che ARERA ha pubblicato per
la consultazione, diviso secondo vari parametri, a questo link: https://www.arera.it/ModuliDinamiciPortale/reportistica/compilaRicerca
3) Occhio ai codici
Se
guardate con attenzione una qualunque bolletta vi renderete conto che, in cima
ad essa, si trova sempre lo stesso codice alfanumerico, anche se nel corso del
tempo avete cambiato fornitore.
Questo
codice, che si chiama POD per
l'energia elettrica e PDR per il
gas, identifica in modo univoco la fornitura e, in qualche maniera, è la chiave segreta che protegge lo scrigno
della vostra utenza. Senza di essa nessuno può procedere ad un cambio di
operatore e, quindi, è proprio la prima informazione che i malintenzionati
cercano di carpire all'ignaro cliente.
Se
qualcuno si presenta come rappresentante dell'azienda che già vi fornisce l'energia,
non ha senso vi chieda di dargli il vostro codice POD o PDR perché, se
realmente è un rappresentante del vostro fornitore, quel codice deve già
conoscerlo. Nel momento in cui vi viene richiesta questa informazione in modo
inappropriato fate subito suonare il campanello di allarme e chiudete la
conversazione.
4) Attenzione a quello che dite…e alle voci della bolletta
Il
contratto di utenza è valido, ricordatelo sempre, solo e soltanto se esiste una
doppia conferma da parte vostra; conferma che l’azienda è obbligata a chiedervi
e che voi potrete rilasciare sia in forma scritta sia tramite registrazione
audio. Fate particolare attenzione, quindi, se vi chiamano da un call center
che vi insospettisce, a non rispondere mai con monosillabi o frasi troppo semplici,
(Sì, No, Lo confermo) perché queste parole
potrebbero essere registrate e “rimontate” ad hoc per simulare una vostra approvazione al cambio di fornitore. Allo
stesso modo, quando ricevete la bolletta, non limitatevi a guardare l’importo
da pagare, ma osservate con attenzione anche le voci che concorrono al totale;
se appaiono diciture come “cessazione contratto” o altre che vi insospettiscono
contattate subito il fornitore e, se il caso, sia l’autorità Garante della
concorrenza sia l’ARERA.
5)
E se anche
avete fatto la frittata, si può sempre rimediare
Se,
per ingenuità o distrazione, siete
già caduti nella trappola, non perdetevi d’animo; ci sono diversi modi
per uscirne. Intanto, se avete modo di dimostrare che la firma sul contratto
non è vostra o vi è stata estorta con l’inganno, potete disconoscere il
contratto inviando formale reclamo. In questo caso non solo avete tutto il
diritto di non pagare la bolletta, ma potete anche sporgere denuncia
all’Autorità Garante pretendendo, inoltre, che il fornitore presso cui siete
stati registrati vi riporti immediatamente nelle fila del precedente. Nel caso in cui abbiate anche, semplicemente,
cambiato idea, potete avvalervi del cosiddetto “diritto di ripensamento”,
recedendo dal contratto senza alcuna penale o obbligo di dare motivazione della
vostra scelta. Attenti, però, che in questi casi avete tempi ben definiti: massimo 14 giorni che si contano dalla firma del
l’accettazione della proposta se si tratta di una vendita a domicilio o
dall’invio della conferma scritta o della registrazione della conferma vocale
con ricezione dei codici di accesso al sito del venditore se la vendita è
avvenuta tramite telefono. Nel caso in cui il nuovo fornitore ometta di
comunicare le modalità di esercizio del diritto di ripensamento il termine sarà
di 12 mesi.
* Metodologia: n. 1.023
interviste CAWI con individui in età 18 anni ed oltre su un campione
rappresentativo della popolazione italiana adulta in età 18-74 anni + n.411
interviste CAWI ad un campione di individui in età compresa fra 18 e 74 anni,
rappresentativo della popolazione dell’area metropolitana di Milano. Indagine
condotta a novembre 2018.
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