A causa dell’improvvisa impennata
del prezzo del petrolio i consumatori italiani potrebbero fare i conti con molti
aumenti, non solo quello della benzina. Qualora la situazione critica dovesse perdurare
a lungo i rincari potrebbero riguardare anche settori apparentemente distanti,
come quello dei mutui. Facile.it e Mutui.it
hanno cercato di capire come l’aumento del prezzo del greggio possa riflettersi
sui mutuatari e aspiranti tali; ecco cosa è emerso.
Le possibili conseguenze sulla domanda di mutui
Qualora il prezzo del petrolio rimanesse
alto per molto tempo, ciò potrebbe determinare un aumento del costo di
produzione e movimentazione delle merci. Considerato che nel nostro Paese l’85%
dei trasporti commerciali avviene ancora su gomma*, l’impatto sul potere d’acquisto e capacità di
risparmio delle famiglie sarebbe notevole. Avere meno risorse da destinare alla
rata mensile o all’acquisto di un immobile sono elementi che ovviamente
incidono negativamente sulla domanda di mutui.
«È bene considerare che eventi di portata straordinaria come
quello verificatosi pochi giorni fa hanno una correlazione, sia pur indiretta, con
vari aspetti dell’economia familiare perché, alla lunga, potrebbero innescare reazioni
a catena tali da condizionare le scelte fatte dai consumatori come, ad esempio,
quella legata all’acquisto di una casa», spiega Ivano Cresto, responsabile mutui di Facile.it.
Le possibili conseguenze sull’offerta di mutui
Rispetto alle possibili
conseguenze dal punto di vista dell’offerta dei mutui, sebbene nel breve
periodo siano da escludere eventuali cambiamenti, alla lunga l’aumento dei
prezzi del petrolio potrebbe mettere la BCE di fronte ad una scelta difficile.
Se a seguito del caro petrolio si
verificasse un aumento dell’inflazione ritenuto positivo dalla BCE, ciò potrebbe
spingere l’Istituto ad alleggerire le politiche adottate negli ultimi anni e far
salire più rapidamente i tassi di interesse, che influenzano
inevitabilmente IRS ed Euribor e quindi anche gli indici applicati ai mutui concessi
alle famiglie per l’acquisto della casa.
È possibile però anche un altro
scenario. Se la BCE dovesse ritenere che l’inflazione abbia creato un
peggioramento delle condizioni generali ed un impatto negativo sulla crescita europea,
potrebbe decidere di allungare le politiche di stimolo monetario
adottate oggi, mantenendo ancora più a lungo le condizioni estremamente vantaggiose
sul fronte dei tassi.
Un’opzione, quest’ultima, che
farebbe felici sia coloro che hanno già sottoscritto un mutuo a tasso variabile,
sia coloro che sono intenzionati a comprare casa e potrebbero contare su tassi
molto favorevoli.
*Dati Coldiretti
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