In caso di separazione
o divorzio, cosa accade alla liquidità del conto corrente cointestato agli ormai quasi ex
coniugi? Sebbene, salvo specifiche eccezioni, la legge preveda che
le somme vadano divise equamente tra i due, non sempre va così; secondo
l’indagine realizzata per Facile.it
da mUp Research e Norstat*; il 17% dei divorziati e separati, vale a dire quasi 280.000
individui, ha dichiarato che l’ex partner si è tenuto tutti i soldi
depositati o, peggio, tra loro c’è anche chi, all’insaputa del coniuge, ha
prosciugato il conto prima della separazione (9,2% pari ad oltre 151.000
individui).
La gestione del conto cointestato
in caso di divorzio è un problema piuttosto ricorrente se si considera che dei
circa 2,5 milioni di italiani separati e divorziati, più di 1,6 milioni (65%)
ha dovuto – è proprio il caso di dirlo – fare i conti con questo aspetto. E non
servono cifre milionarie per far litigare i due coniugi; secondo l’indagine, in
media, la somma contesa era pari a poco più di 7.900 euro.
Ma come ci si deve
comportare se il partner cerca di fare il furbo e cosa conviene fare del conto
corrente una volta suddivise le somme? Ecco l’analisi di Facile.it
Cosa fare se il partner si
tiene tutto…
Guardando più da vicino i risultati dell’indagine
emerge come il 7,8% dei rispondenti abbia dichiarato che il partner
si è tenuto tutte le somme depositate sul conto cointestato; interessante
notare come siano con più frequenza le donne a lamentare questa situazione (9,2%
accusa l’ex-marito di tale comportamento contro il 6,3% del campione maschile).
Sebbene, in determinati casi, la legge
preveda una suddivisione diversa da quella in parti uguali - ad esempio se i
coniugi sono in regime di separazione dei beni o se il denaro proviene da una
donazione - fa riflettere che proprio nelle coppie in comunione dei beni
accada con più frequenza che uno dei due partner si tenga tutte le somme
depositate (9,8% vs il 5,2% di chi era in separazione dei beni).
… o svuota il conto
Purtroppo tutt’altro che raro anche il caso
in cui, all’insaputa dell’altro, uno dei due partner prosciughi il conto
cointestato prima della separazione (9,2%). A segnalare questa situazione
sono proporzionalmente più le donne (11,8%) che gli uomini (6,6%). E ancora
una volta sembra essere un comportamento più ricorrente fra le coppie in
comunione dei beni (10,9%) che in quelle in regime di separazione (7,2%).
«Qualora uno dei due coniugi, senza averne il
diritto, prosciugasse il conto prima della separazione o tenesse per sé tutte
le somme depositate, egli sarà tenuto a restituire all’altro intestatario l’importo
eccedente la propria quota», spiega Giovanni Zanetti, responsabile ufficio
legale di Facile.it. «Per evitare questo genere di problematica, è
bene sapere che è possibile chiedere al giudice il sequestro del conto fino all’emissione
della sentenza di separazione.».
Non sempre, fortunatamente, il
conto corrente cointestato diventa motivo di scontro in fase di separazione; nel
32% dei casi i rispondenti hanno dichiarato di aver diviso equamente e
di comune accordo la liquidità disponibile sul conto, mentre il 17% dei separati/divorziati
ha scelto di tenere a disposizione per eventuali spese legate ai figli o alla
casa le somme depositate nel conto comune.
Se, dopo la separazione,
il conto cointestato resta aperto bisogna fare attenzione
Che fine ha fatto il conto
cointestato dopo la divisione delle somme depositate? Nella maggior parte
dei casi (59%) è stato chiuso, mentre nel 16,5% è rimasto aperto,
sebbene intestato ad uno solo dei due ex coniugi. Sono invece quasi 370.000
i divorziati e separati che hanno deciso di tenere il conto cointestato per
pagare le spese legate a figli e casa.
«Attenzione perché in caso di
conto cointestato la banca considera i due intestatari responsabili in solido
anche se non più uniti in matrimonio», continua
Zanetti. «In caso di saldo passivo, quindi, i due titolari saranno responsabili
nei confronti dell’istituto di credito che, indipendentemente da chi ha causato
il rosso, potrà agire contro entrambi gli intestatari per recuperare le somme
mancanti».
Una nota finale; in quasi 1
caso su 4 i due coniugi non sono riusciti a trovare un accordo pacifico su come
suddividere le somme del conto cointestato e pertanto sono dovuti ricorrere ad
un avvocato (16,1%) o ad un giudice (9.4%).
* Metodologia: n. 1.015 interviste CAWI
con un campione rappresentativo di italiani separati o divorziati fino a 74
anni di età, sull’intero territorio nazionale. Indagine condotta a novembre
2019.
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