Con il decreto 54-2020 del Ministero dello Sviluppo Economico,
pubblicato in gazzetta ufficiale lo scorso 17 giugno, è stata definitivamente
introdotta un’importante novità in materia di RC auto e moto: il contratto
assicurativo base. Per comprendere meglio la portata del decreto, Facile.it ha esaminato il contenuto
della norma scoprendo che, almeno per il momento, cambierà poco o nulla per
il consumatore finale; ecco perché.
Cos'è il contratto base e cosa cambia
Con il decreto è stato definitivamente introdotto il cosiddetto contratto
base, vale a dire un contratto standard “minimo” che le compagnie
assicurative devono inviare ai propri clienti al momento della scelta della
copertura assicurativa. Secondo quanto indicato nella norma, il contratto
base contiene gli elementi minimi affinché la polizza RC auto e moto
assolva agli obblighi di legge, differenziandoli dalle condizioni aggiuntive
opzionali, quali le clausole limitative, quelle di ampliamento
della copertura assicurativa e quelle attinenti alle modalità di
gestione del contratto.
Questa ripartizione, da un lato, aiuterà i consumatori a distinguere
con più semplicità l’offerta base obbligatoria dagli elementi
aggiuntivi facoltativi, dall’altro consentirà loro di conoscere con
esattezza il valore economico di ciascuna voce. Una semplificazione non da poco
se si considera che oggi molte compagnie assicurative offrono prezzi a
pacchetto e non sempre è semplice riconoscere l’impatto economico delle singole
condizioni che concorrono a formare il prezzo finale.
La maggiore trasparenza, inoltre, agevolerà il confronto tra
le proposte di diverse società assicurative. Una volta che la norma sarà a
regime, tutte le compagnie saranno obbligate a pubblicare sul sito internet il
proprio “contratto base”, redatto secondo un modello standard; questo
consentirà ai consumatori di comparare con più facilità le offerte base
proposte da diverse società di assicurazione.
Libertà di ampliare il contratto base
Se è vero che, da un lato, il decreto definisce con precisione gli
elementi che devono essere contenuti nel contratto base RC auto e moto,
dall’altro lascia una certo margine di libertà sia ai consumatori, che potranno
modulare tale contratto secondo le proprie esigenze, sia alle compagnie
assicurative, che potranno continuare a proporre, in aggiunta a quello base, anche
altre proposte contrattuali non necessariamente redatte secondo le linee guida
indicate dalla norma.
A questo si aggiunge un ulteriore elemento di possibile confusione: dal
momento in cui la norma sarà operativa, gli agenti assicurativi saranno
obbligati a mostrare ai clienti i contratti base offerti anche dalle altre compagnie;
il rischio concreto, quindi, è che tutti questi elementi, insieme, anziché
semplificare la vita dei consumatori la vadano a complicare.
E se non bastasse, vi è un’ultima potenziale criticità; il contratto
base, contrariamente al suo nome, non sarà necessariamente il contratto più
economico. Al contrario, è probabile che le compagnie possano proporre, in
aggiunta al contratto base, altre offerte contrattuali redatte senza seguire le
indicazioni della norma ma paradossalmente più convenienti; questo
perché alcune delle condizioni opzionali che possono essere aggiunte al
contratto base contribuiscono a ridurre il rischio a carico della compagnia
assicurative e, di conseguenza, ad abbassare la tariffa. Un esempio è la
clausola di guida esclusiva; non rientra all’interno del contratto base
ma, se aggiunta, fa diminuire il prezzo della polizza.
Mancano ancora alcuni elementi essenziali
Sebbene pubblicata in Gazzetta ufficiale mancano ancora alcuni
elementi essenziali affinché la norma possa essere applicata dalle compagnie
assicurative come, ad esempio, il modello elettronico di preventivo
standardizzato, che dovrà essere usato da tutti i soggetti per formulare il
contratto base, nonché l’entrata in funzione del nuovo preventivatore Ivass.
Fino a che questi strumenti non entreranno in funzione, il contratto base
resterà una novità solo su carta.
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