“[…] In sogno un
giorno l’ho ricordata. Mi mostrava confini./ “È la nostra antichità”, diceva
mia madre, “l’arma che manca./ La bellezza del mondo, la bellezza di altri”./
Voce del primo giorno:/ “Vedi, là, da parte a parte il mare raduna le terre./
Non temere questa discesa dalla potenza alle mie braccia”./ Era dietro di me? E
non le chiesi come mi chiamavo?/ Niente dubbi sul mio nome, non ancora./ Ero
ciò che sarei stata, un futuro che manca all’eternità.// […]” ‒ “Libro I” ‒ Paola
Malavasi
La bellezza del mondo narrata in versi, la bellezza dell’antichità giunta in sogno, il non chiedere il
proprio nome tanto era lo stupore per la visione del creato. Paola Malavasi aveva appena
quarant’anni quando è scomparsa improvvisamente il 18 settembre 2005 a Venezia.
Lo scrittore
Bonifacio Vincenzi e la casa editrice Macabor Editore hanno voluto dedicare
alla sua memoria l’edizione del 2018 de
“Secolo Donna – Almanacco di poesia italiana al femminile” recentemente
divulgato nelle librerie fisiche ed online. La monografia su Paola Malavasi
prende avvio con l’introduzione del poeta,
giornalista e compagno della vita Ennio Cavalli, seguono gli interventi di
Maria Cristina Mannocchi, Maria Grazia Calandrone, Emilia Sirangelo, Valentina
Calista, Antonella Anedda, Derek Walcott, Gabriella Sica, Adam Zagajewski e
prosegue con una selezione di poesie dell’autrice.
L’almanacco dedica
uno spazio a Nadia Campana, scomparsa nel 1985, con la pubblicazione di due
inediti conservati nell’archivio personale di Milo De Angelis; presente il ricordo della poetessa calabrese
scomparsa nel 2003 Ermelinda Oliva.
Nella Piccola
Antologia poetica conosciamo più da vicino poetesse di valore come Maddalena Bergamin, Paola Loreto, Alessandra Paganardi
(Nord Italia); Laura Corraducci, Lella
De Marchi, Giorgia Spurio (Centro Italia); Elena Bartone, Marisa Papa Ruggiero, Ornella Spagnulo (Sud Italia);
Daìta Martinez, Marina Minet, Teresa
Zuccaro (Italia insulare). E delle giovanissime nate a partire dagli anni
90 Mariapia L. Crisafulli, Damiana De
Gennaro, Chiara Alessandra Piscitelli.
Per la poesia al femminile
del resto del mondo si presentano ai lettori italiani poesie di Ana María del Re (Venezuela), Sylvie Fabre G. (Francia), Alla Gorbunova (Russia) con le
traduzioni di Marcela Filippi Plaza, Gabriella Serrone e Paolo Galvagni.
Presentare in poche righe una pubblicazione così variegata è
pressoché impossibile, “Secolo Donna
2018” è una selezione raffinata di poetesse che sono riuscite ‒ e riescono
‒ ad
ascoltare il canto interiore, voce narrante e coro si amalgamano armoniosamente
nella tessitura per donarci ciò che hanno visto: un frammento della luce.
A.M.: Salve
Bonifacio mi congratulo per la nuova pubblicazione “Secolo Donna 2018”, un
almanacco della poesia italiana al femminile. Come nasce l’idea di questo
almanacco?
Bonifacio Vincenzi: Era
da qualche anno che ci pensavo e come succede spesso ho dovuto affrontare e
risolvere alcune perplessità che, in qualche modo, mi frenavano. C’era proprio
bisogno di un Almanacco di poesia al femminile in Italia? Era una domanda a cui
non sapevo rispondere. O meglio, quello che più temevo, è che mi si accusasse
di voler fare della poesia al femminile una sorta di genere, e non era
assolutamente il mio intento. Secolo Donna nasce dalla consapevolezza che
questo secolo dimostrerà ampiamente il valore delle donne non solo nella poesia
ma in tutti i campi. È il loro secolo. La loro grande occasione per ripagarsi
di tutti i torti subiti nei secoli passati.
A.M.: L’edizione
del 2018 è dedicata alla poetessa, insegnante e giornalista Paola Malavasi ma
ritroviamo all’interno anche altre poetesse italiane e straniere. La selezione
percorre la via della conclusione della trattativa con l’ombra?
Bonifacio Vincenzi: Trattativa
con l’ombra è in realtà è il titolo di una raccolta di poesie di Ennio Cavalli.
Un canzoniere d’amore dedicato a Paola, una ribellione costante alla sua
assenza. Passano gli anni e questa lunga trattativa non riesce a risolversi. E
questo ci fa pensare alla straordinaria persona che è stata Paola. Ma Paola
Malavasi è anche una grande poeta. E come scrivo nell’introduzione al volume è
giunto il momento di chiudere questa lunga trattativa con l’ombra, iniziare un
nuovo rapporto, vivo, intenso, importante e trovarlo nella magica dimensione
della sua poesia. L’unica vita possibile per Paola ora è lì nel lieve brivido
che danno i suoi versi ad ogni carezza dello sguardo.
A.M.: Ennio la
ringrazio per il tempo che ha voluto dedicare all’intervista soprattutto in
questi giorni frenetici successivi alla pubblicazione de “Secolo Donna 2018”.
L’introduzione, “La perfetta sconosciuta”, è dedicata all’assenza vista ora
come Euridice ora come pagine mai scritte o semplicemente come ciò che resta.
Ma se ciò che non c’è è ciò che resta, in quale spazio potremo collocare la
presenza? E dunque quale spazio dare alla vita ed alla necessità del presente?
Ennio Cavalli: Il
mito di Orfeo e Euridice mi ha colpito al punto da rielabolarlo, in pieno
attrito con l'oggi, nel poema dal titolo "Orfeo e il Signor Tod" (La
Vita Felice 2018). Queste pagine sono il seguito delle poesie per Paola riunite
in "Trattativa con l'ombra" (Aragno 2013) e rappresentano un
tentativo di uscire dal vortice e oggettivare il tema della perdita, sottraendo
dal costrutto, in modo elementare, la fantasia dell'impossibile. Mi chiedo, tra
l'altro, cosa sarebbe successo se Euridice fosse tornata in vita, accanto a
Orfeo. Sarebbero stati indenni oppure no da litigi, incomprensioni, gelosie,
tipiche di un rapporto di coppia borghese? Comunque l'alibi di Orfeo sta nella
sua capacità di sognare. Poesia o non poesia, Orfeo si spinge fino alla
superficie calpestabile dell'Ade e avvia un patteggiamento seduttivo per la
restituzione dell'ostaggio. Tutto questo può avvenire solo in sogno o nel teatro
della propria anima. Ma a riportarci coi piedi per terra, ecco il Signor Tod in
persona, l'impresario di tutta la baracca. “Der Tod”, in tedesco, significa “Morte”,
parola di genere maschile. Per assurdo, il fallimento di Orfeo, la perdita
definitiva di Euridice, comporta il ritorno alla vita dello stesso Orfeo,
costretto a ridimensionare l'impossibile e a fare i conti con ciò che resta.
Orfeo e Euridice, clamorosi amanti, potrebbero ora incarnare due anziani con
l'Alzheimer, un bambino col suo cane, una coppia gay, Achille riflesso in
Patroclo, Gilgameš sopraffatto da se stesso, una migrante col figlio in
braccio, un idraulico finito fuori strada col furgone, un drogato in crisi di
astinenza, il muro contro muro di fanatismi religiosi. Quei due potrebbero essere
diventati o avere accolto in sé qualcosa di diverso, di lontano (ma non di
estraneo), coprendosi le spalle per continuare a indovinarsi. Ogni creatura è
un riassunto di metamorfosi. Da lì veniamo: gocce di sudore e di rugiada che
l'Eterno si scrolla di dosso. Non a caso la testa mozzata di Orfeo solcherà il
fiume continuando a cantare. Niente inceppa il corso delle cose. Mito o non
mito, il passato taciturno spennella l'universo con il suo fulgore. E il futuro
mostra quanti denti ha ancora in bocca, quanti grilli inesausti per la testa.
A.M.: “Stanotte ho sognato un’altra Isola./ Una
catena di canali a specchio con case,/ capanne sotto le capanne e stalle e
buchi sotto le colline./ […]” Paola era solita sognare isole? Qual era il
vostro rapporto con l’onirico?
Ennio Cavalli: Chi
non sogna isole? L'universo è imprendibile anche con le tenaglie
dell'inconscio. Ricordo lunghe passeggiate fatte assieme a Paola, per meta il
nostro stesso dialogo. Nel fare jogging, parlavamo di Dio e di cosa ci sarebbe
andato di mangiare la sera.
A.M.: “Da quando il vento ha smesso di fischiare/
In una stanza sulla strada, lavoro a case di parole./ Non so se le parole hanno
già un’ombra./ Ma salgono dal colle battuto dal vento/ che non ha ancora un
nome/ e che da oggi vorrei chiamare “colle del canto”.” Essere poeti è
possedere innata la sensibilità di ascoltare il canto?
Ennio Cavalli: Essere
poeti significa "avere orecchio" per un sacco di cose: umanità,
storia, natura, coscienza del proprio tempo e poi i grandi interrogativi che ci
fanno uomini (impastati, cioè, di humus). Il poeta non ha formule nascoste o
segrete per interpretare tutto ciò. Ha bisogno di esperienza, paragoni,
compassione, allegria, infine capacità e perizia per cucire bordi e asimmetrie
con l'ago e il filo di una visione originale.
A.M.: “[…] Ferma sulla spiaggia ho visto un giorno
le ossa duplicarsi/ e i denti, i muscoli, la carne gonfiata di inconsapevole
sapienza./ Le mie braccia erano prati di frumento e subito dopo solitudine./
Ero nella storia comune e sono stata terra, volto, petali/ sparsi in conteggi
futili.// […]” Che cos’è l’inconsapevole sapienza?
Ennio Cavalli: Forse
è il brivido che ti prende quando hai l'impressione di riconoscere in te una
goccia di universo e nel tuo pensiero il respiro del divenire. Perfino la
fisicità ha barlumi di assoluto, penso che Paola volesse dire questo.
A.M.: Fra tutte
le poetesse citate nell’almanacco ha notato qualche verso che le ha destato
interesse?
Ennio Cavalli: Ho
appena ricevuto il libro e mi fermo alla prima delle poetesse presenti
nell'antologia, Nadia Campana. Mi colpisce la "nudità" felliniana di
questi versi: "I mangiatori di fuoco
ballano verdi/ sulle colline e si incarnano dalla bocca/ che getta scintille
staccano capogiri/ e ricordi come stelle". Ecco, la vera poesia
dovrebbe riuscire a "staccare capogiri" dalla testa di chi la legge.
A.M.: Sono in
programma presentazioni de “Secolo Donna 2018” per la chiusura dell’anno oppure
saranno rinviate al 2019?
Bonifacio Vincenzi: La
serie di presentazioni, come consuetudine, partirà all’inizio del 2019. Mi
piacerebbe iniziare da Bracciano, in provincia di Roma con una prima
presentazione al Liceo Ignazio Vian, dove Paola ha insegnato. Subito dopo le
feste contatterò la dirigente e spero di ottenere delle risposte positive. Poi
cercheremo di andare in più posti possibili. L’anno scorso le richieste sono
state tante ed era, obiettivamente, impossibile rispondere a tutte. Il criterio
di scelta che usiamo è quello dell’entusiasmo. Se notiamo grande entusiasmo e
grande amore verso la poesia da parte di chi organizza noi faremo di tutto per
fissare una data ed esserci.
A.M.: Mi
piacerebbe chiudere con una citazione...
Bonifacio Vincenzi: “L’azione è la più ampia porta del riscatto.
Essa soltanto può dare risposta alle domande del cuore.” ‒ Nikos
Kazantzakis
Ennio Cavalli: Per
tornare all'"inconsapevole sapienza" dei versi di Paola Malavasi, mi
piacerebbe citare, a conclusione, la magnifica matrice di Walt Whitman: "Mi accorgo di incorporare gneiss, carbone,
muschio dalla lunga fibra, frutti, grano, radici commestibili. E sono tutto
stuccato con quadrupedi e uccelli". Un grande panegirico sulla Natura
in poche righe. Qui si saldano mondo minerale, vegetale, animale e quinta
dimensione. Qui c'è lo zampino di quel gran provolone del dio Pan. Occhio a
Foglie d'erba. A volte sono cavi d'acciaio.
A.M.: Bonifacio
ed Ennio vi ringrazio nuovamente per la disponibilità e vi saluto con le parole
del poeta, pittore ed aforista libanese Khalil Gibran: “Il maestro se egli davvero è saggio non vi invita ad entrare nella casa
della sua sapienza, ma vi guida sulla soglia della vostra mente.”
Written by Alessia
Mocci
Info
Sito Macabor Editore
http://www.macaboreditore.it/home/
Acquista Secolo Donna 2018
https://www.macaboreditore.it/home/index.php/libri/hikashop-menu-for-categories-listing/product/61-secolo-donna-2018-paola-malavasi-e-la-sua-casa-di-parole
Fonte
http://oubliettemagazine.com/2018/12/18/intervista-di-alessia-mocci-ad-ennio-cavalli-e-bonifacio-vincenzi-per-luscita-di-secolo-donna-2018/