Il quadro peggiora ulteriormente se si
allarga l’analisi sino agli Euro 3; in totale, le auto private Euro 0-1-2-3
presenti nell’Archivio Nazionale dei Veicoli della Motorizzazione registrate nella
regione sono ancora più di 633mila. Se è vero
che tra questi potrebbero esserci mezzi sì iscritti ma, di fatto, non più circolanti,
preoccupa comunque sapere che quasi la metà della auto potenzialmente in strada
in Calabria (48,3%) ha 15 anni o più di anzianità, considerando che le
vetture Euro 3 sono uscite di produzione nel 2005 e quelle Euro 0 addirittura
nel 1992. In questo caso la regione si guadagna il primo posto tra le peggiori
d’Italia, superando di gran lunga la media
nazionale del 34,1%.
Mappa dei “catorci”
Come sono
distribuite a livello provinciale queste autovetture? Se si guarda ai valori
assoluti, la maglia nera della regione spetta alla provincia di Cosenza
che, da sola, conta 64.341 auto private Euro 0
ancora immatricolate (13,17% del totale); alle spalle di Cosenza si trova la
provincia di Reggio Calabria, dove le vetture appartenenti a questa
categoria sono 56.677; la provincia non solo si guadagna il primato
calabrese per percentuale di veicoli Euro 0 sul totale delle autovetture registrate,
con un valore pari a 15,32%, ma anche il secondo posto tra le province peggiori
di Italia. Seguono nella graduatoria le province di Catanzaro, che conta
26.851 autovetture Euro 0 (11,36%), e di Vibo Valentia (17.109
veicoli, 15,25%, terza peggiore a livello nazionale). Chiude la classifica calabrese
la provincia di Crotone, che conta 14.832 autovetture Euro 0 ancora
immatricolate (14,31%).
Se si contano non solo le autovetture Euro 0, ma anche
quelle Euro 1-2-3, la graduatoria vede al primo posto la provincia di Vibo
Valentia; qui più della metà delle autovetture (50,76%) appartiene ad una
categoria inferiore a quella Euro 4. Al secondo posto si posiziona Reggio
Calabria (49,77%), seguita dalla provincia di Crotone (49,61%).
Chiudono la classifica calabrese le province di Cosenza
(48,56%) e Catanzaro (43,73%).
Gallina vecchia…costa solo di più
In troppi
continuano a circolare con auto vecchie pensando di risparmiare, ma autovetture che hanno 15 o più anni
alle spalle, oltre ad essere dannose per l’ambiente e, potenzialmente, meno sicure
sulle strade, hanno anche inevitabili conseguenze negative sul portafogli, con
costi maggiori non solo su manutenzione e carburante, ma anche sull’RC auto.
A conferma dell’aumento del costo dell’RC
auto, Facile.it ha messo a confronto il premio richiesto per assicurare una
city car di cilindrata 1.200 cc, Euro 3 immatricolata nel 2005 con quello
necessario per assicurare lo stesso modello d’auto, nella sua versione più recente,
Euro 6 e immatricolata nel 2020. Secondo le simulazioni* di Facile.it, la miglior
tariffa disponibile online per assicurare l’auto vecchia è, a livello medio
nazionale, sino al 156% più alta rispetto a quella necessaria per tutelare il veicolo
nuovo.
La buona notizia è che, con un numero così
ampio di auto estremamente vecchie, saranno molti gli italiani che potranno
usufruire dei nuovi incentivi statali previsti chi acquista un’autovettura
Euro 6. Per poter usufruire del massimo bonus, che tenendo in considerazione tutte
le agevolazioni nazionali può arrivare in alcuni casi fino a 10.000 euro, è
necessario rottamare proprio un veicolo Euro 3 o inferiore…. modelli che, a
quanto pare, in Italia non scarseggiano.
* I numeri fanno riferimento alle sole autovetture per trasporto
persone ad uso proprio presenti nell’archivio nazionale dei veicoli gestito
dalla Direzione Generale per la Motorizzazione e aggiornato al 31-12-2019. La
simulazione è stata fatta su Facile.it, in data 27 luglio 2020, sul seguente profilo:
CU 1, city car 1.200 c.c, guida esperta, in 3 città campione (Milano, Roma,
Napoli).
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