Mentre è allo
studio un provvedimento per la riduzione dei costi legati all’energia, Facile.it, sito leader del mercato della
comparazione (http://www.facile.it/energia-luce-gas.html),
ha fatto il punto sulla situazione attuale calcolando che, in appena un anno,
ogni famiglia italiana ha visto crescere dell’8,5% il peso delle proprie
bollette di gas e luce.
L’indagine,
svolta a livello nazionale con focus su 15 province diverse, ha evidenziato
che, per quanto riguarda il gas, quelle in cui i costi sono cresciuti in
maniera più sostenuta sono tutte al sud
e tutte con un consumo notevolmente
inferiore a quello medio nazionale, di 1.400 metri cubi: Bari e Napoli, dove ogni famiglia ha utilizzato in media 810 metri cubi di
gas, hanno registrato gli aumenti tariffari più alti, rispettivamente dell’8,18%
e dell’8,05%, seguite da Palermo e Reggio Calabria, con il 7,96% e il 7,76%.
«Questi
aumenti così sostenuti in regioni con clima mite e, quindi, con consumi
mediamente bassi riguardo al gas per riscaldamento – ha dichiarato Alberto
Genovese, AD di Facile.it – sono
stati causati soprattutto dalle elevate crescite dei servizi di rete della
bolletta del gas per le fasce basse dei consumi, in un anno queste hanno
registrato un incremento di circa il 25%».
Continuando a scorrere i dati
dell’analisi svolta da Facile.it e puntando l’attenzione sull’energia elettrica colpisce vedere come
gli aumenti abbiano sfiorato anche il 12%: Trieste
(11,8%), Bari e Pisa (11,7%) e Milano
(11,5%) sono le province in cui i costi sono saliti maggiormente, anche se
quella in cui si è registrato il maggiore
consumo nazionale è Cagliari (3.200 KWh rispetto ad una media nazionale di
2.700).
«Per capire il dato di Cagliari – ha continuato Genovese
– bisogna ricordare che la città non è
raggiunta dalla fornitura del gas metano, fattore che si aggiunge al suo
peculiare sviluppo urbanistico: molte abitazioni, un tempo concepite come case
di villeggiatura estiva e quindi pensate senza un impianto di riscaldamento
vero e proprio, col crescere della città sono diventate residenze per l’intero
anno e sono state dotate di riscaldamenti con pannelli elettrici o con pompe di
calore che, ovviamente, consumano molto. Visto il caldo estivo, peraltro,
mediamente anche i condizionatori restano accesi più a lungo e questo comporta
spese maggiori».
Dall’analisi emergono anche elementi molto interessanti per leggere i cambiamenti della nostra società: al Nord, dove le case sono più piccole, i
nuclei familiari ridotti e il numero di ore passate fuori casa cresce, i consumi di elettricità sono notevolmente
più bassi della media nazionale; Torino
e Milano, ad esempio, hanno un
consumo medio di 2.450 e 2.200 KWh. Roma
e Bologna, invece, hanno ancora case
di dimensioni maggiori e, ad esempio, meno donne lavoratrici: ecco quindi che
aumentano i consumi e si arriva a 2.900 KWh. Bologna ha anche il non
invidiabile primato delle spese maggiori: fra luce e gas, ogni famiglia ha
speso in media 2.040€.
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