Impossibilità totale di chiamare o
ricevere telefonate, mandare messaggi o navigare in internet, per ore; in termine tecnico un down delle linee telefoniche.
Ultimamente le cronache hanno registrato diversi episodi di questo tipo
che, secondo un’indagine di Facile.it hanno un effetto collaterale importante: mediamente,
nei 7 giorni successivi al manifestarsi del blocco delle linee, il numero di
utenti che cambiano operatore di telefonia mobile aumenta fino al 29%.
I dati
arrivano dall’analisi fatta da Facile.it su un campione di oltre
35mila richieste di nuove SIM completate sul
proprio sito durante i periodi successivi ai
black out degli operatori.
«Oggi,
soprattutto dopo il primo lockdown, il numero di italiani che lavorano o
studiano da casa tramite collegamento ADSL e servendosi del telefono cellulare
è altissimo» spiega Lodovico Agnoli, responsabile new business
di Facile.it. «Non potersi collegare
ad internet o chiamare vuol dire per molti non poter lavorare o partecipare
alle lezioni scolastiche; ecco perché la tolleranza dei clienti verso
disservizi prolungati sulla linea telefonica è estremamente bassa e anche un
solo inciampo spinge a cercare soluzioni alternative, quantomeno per la
telefonia mobile».
L’indagine di Facile.it porta sotto
i riflettori anche un’altra questione: qual è il costo delle ore di lavoro perse in caso
di down delle linee telefoniche? Sebbene sia difficile fare calcoli precisi,
anche solo prendendo in considerazione il salario orario medio netto di un dipendente italiano
(circa 12 euro) e moltiplicandolo per i milioni di persone che, a causa del disservizio
prolungato, non possono lavorare, è evidente come ogni ora di down possa
trasformarsi in un potenziale danno economico pari a decine di milioni
di euro.
Se la fetta di clienti che cambiano entro sette giorni
dal down cresce del 29%, è ancora maggiore l’aumento di chi raccoglie
informazioni per trovare un nuovo operatore; secondo l’analisi di Facile.it si
arriva a picchi del 35%.
I disservizi sono una delle motivazioni
principali di attrito tra operatori e clienti tanto che già nel 2020, in base ad
un’indagine condotta da mUp Research
e Norstat per conto di Facile.it*, erano oltre 80.000 gli italiani che indicavano esplicitamente i
disservizi come discriminante nella decisione di cambiare operatore.
Possibili
indennizzi fino a 6 euro al giorno
Quali sono i diritti dei consumatori in caso di
malfunzionamento del servizio? L’allegato A alla delibera Agcom n. 347/18/CONS
prevede un indennizzo di 6 euro al
giorno in caso di completa interruzione del servizio per motivi tecnici
imputabili all’operatore; se invece si è di fronte ad una irregolarità o
discontinuità nell’erogazione del servizio che non comporta la completa
interruzione, il rimborso spettante è pari a euro 3 per ogni giorno di malfunzionamento.
Per chiedere l’indennizzo il cliente deve presentare
reclamo alla compagnia telefonica tramite i canali ufficiali dell’azienda
indicati nella carta dei servizi; in
caso di rigetto del reclamo o di mancata risposta, il consumatore può
utilizzare gli strumenti messi a disposizione da Agcom per far valere i propri
diritti.
*Indagine condotta con
metodologia CAWI a gennaio 2020 su un campione di n.1.068 rispondenti
rappresentativo della popolazione nazionale adulta (18-74 anni)
Nessun commento:
Posta un commento