L’indagine, compiuta analizzando un campione di oltre 16.000 preventivi di mutuo compilati da gennaio ad oggi, mostra come la disparità di stipendio e di trattamento economico che le donne subiscono – secondo la Commissione europea per la parità retributiva nei paesi dell’Unione le donne percepiscono in media il 16,4% in meno degli uomini (a parità di mansione) – si riflette anche sul mutuo. La palla è quasi sempre in mano all’uomo, a meno che non sia la donna a guadagnare più del partner.
Analizzando la richiesta media di mutuo in cui il primo (o l’unico) intestatario sia una donna, a destare interesse è il profilo tipo della richiedente: si tratta di un soggetto abbastanza giovane (39 anni), interessato all’acquisto della prima casa (74% del totale delle richieste), in grado di disporre di uno stipendio superiore alla media: 1.800 euro al mese. La richiesta che presenta alla banca è pari a 127.000 euro, da restituire in un periodo abbastanza lungo, 24 anni; la percentuale da finanziare attraverso il mutuo è pari al 55% del valore dell’abitazione da acquistare.
Il tasso preferito è quello variabile, chiesto dal 44% del campione femminile; il tasso fisso, invece, è fermo al 36%. Interessante da notare, inoltre, che se in fase di preventivo si riporta il nominativo di un cointestatario, questi dichiara uno stipendio che non supera i 1.300 euro. Va detto, però, che sono cointestati solo il 41% dei mutui al femminile: in breve, ciò significa che il 59% dei mutui rosa è richiesto da donne single.
«È innegabile che le donne vivano in Italia una situazione di maggiore difficoltà rispetto agli uomini– spiega Lorenzo Bacca, responsabile Business Unit di Mutui.it –e la scarsità di finanziamenti intestati a donne, accentuata dalla crisi economica, è in realtà un fenomeno dalle radici ben salde».
Analizzando le differenze di comportamento tra i cittadini delle venti Regioni italiane, si nota come la presenza di mutui rosa segua fedelmente i report sui livelli di occupazione femminile: le Regioni in cui maggiormente le donne si rivolgono in prima persona agli istituti bancari sono tutte a Nord o nel Centro Italia. Guida la classifica la Liguria (con il 34%), seguita da Lazio (32,8%) e Umbria (31%).
La coda della classifica, di contro, vede solo regioni del Sud, con la Puglia nella condizione peggiore: solo il 17,6% dei mutui è richiesto da cittadini di sesso femminile. Non è una coincidenza, purtroppo, che le ultime rilevazioni Istat per il secondo trimestre 2012 abbiano visto arrivare il tasso di disoccupazione tra le giovani donne del Mezzogiorno al 48%.
Di seguito la classifica delle Regioni italiane sulla base delle richieste di mutuo da parte di donne sul totale dei finanziamenti richiesti:
Regione |
Percentuale di mutui richiesti da donne
|
Liguria |
34,0%
|
Lazio |
32,8%
|
Umbria |
31,0%
|
Toscana |
30,4%
|
Lombardia |
30,2%
|
Piemonte |
29,5%
|
Emilia Romagna |
29,0%
|
Marche |
27,0%
|
Friuli Venezia Giulia |
25,6%
|
Veneto |
25,5%
|
Valle d'Aosta |
25,0%
|
Sardegna |
24,3%
|
Trentino Alto Adige |
23,1%
|
Abruzzo |
21,5%
|
Sicilia |
21,1%
|
Basilicata |
20,5%
|
Calabria |
20,5%
|
Molise |
19,0%
|
Campania |
17,9%
|
Puglia |
17,6%
|
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