I prezzi degli immobili residenziali in Italia sono
vicini alla stabilità: dopo anni di drastici cali, secondo l’Osservatorio dell’Ufficio Studi di Immobiliare.it (http://www.immobiliare.it), il secondo semestre 2016 ha segnato un calo dei prezzi dell’1,2%, l’oscillazione più contenuta rilevata
dal portale negli ultimi tre anni.
La strada verso un mercato finalmente più solido è
ancora più visibile se si guarda al dato trimestrale, relativo agli ultimi mesi
del 2016: in questo caso la variazione dei prezzi resta negativa ma si ferma
appena allo 0,7%. Se il 2015 si era chiuso con un -5,1% di calo annuale, il
2016 si dimostra migliore, con prezzi in
diminuzione del 2,4% sui dodici mesi.
Nel mese di dicembre 2016 il costo medio degli
immobili residenziali in Italia è stato pari a 1.940 euro al metro quadro. Questo valore varia nelle diverse aree
del Paese: la zona più cara si conferma quella del Centro, con valori che arrivano a 2.341 euro al metro quadro; Il Nord cala a 1.952 euro, mentre il Sud rimane l’aerea con costi meno
elevati pari mediamente a 1.629 euro al metro quadrato.
Nel secondo semestre del 2016 il Nord è la zona che
più delle altre si avvicina alla stabilità dei prezzi degli immobili, con una
riduzione dello 0,8% che diventa -0,5% su base trimestrale. Al Centro e al Sud
il calo è più evidente anche rispetto alla media nazionale arrivando
rispettivamente al -1,7% e al -1,4% nel
secondo semestre. In entrambe le aree l’analisi sull’ultimo trimestre 2016
registra una riduzione dei prezzi pari allo 0,8%.
Permane un grande divario fra i grandi e piccoli centri: dove si registrano oltre 250 mila residenti,
la cifra media al metro quadro è pari a 2.580 euro; si scende a 1.695 euro per le
città con meno di 250 mila abitanti. Guardando però alle variazioni dei prezzi,
le due realtà si avvicinano e tendono alla stabilità in maniera praticamente
identica, con un calo dei dello 0,9% nell’ultimo trimestre del 2016.
«Un mercato contraddistinto da prezzi in forte calo per anni fa
registrare oggi un aumento delle compravendite residenziali (+17,4% secondo
l’ultimo Osservatorio dell’Agenzia delle Entrate) – dichiara Guido Lodigiani, Direttore Corporate e
Ufficio Studi di Immobiliare.it – Viste
le cifre che abbiamo rilevato, le oscillazioni dei prezzi sempre meno
significative e vista la natura a “nido d’ape” del ciclo immobiliare, ci
aspettiamo, per il 2017, un ulteriore incremento delle compravendite, a fronte
di una sempre maggiore stabilità dei prezzi.»
I
capoluoghi di regione
Come
nel primo semestre, anche la seconda metà del 2016 incorona Firenze come
il capoluogo di regione più caro d’Italia, con valori al metro quadro pari a
3.428 euro; ma se nella rilevazione precedente i prezzi erano in calo, adesso
la tendenza si è invertita e, per l’ultimo semestre 2016, si registra un
aumento dello 0,3%, che sale allo 0,4% su base trimestrale (settembre-dicembre
2016). Anche la seconda e la terza posizione della classifica dei capoluoghi
rimangono invariate: Roma è seconda, con 3.327 euro al metro quadro (-2,5%
nell’anno, ma soltanto -0,6% nell’ultimo trimestre); Milano resta terza
con una media di 3.216 euro al metro quadro, valore in calo dell’1,2% nel
semestre e più in discesa nell’ultimo trimestre 2016 con un -1,6%.
Anche
la coda della classifica rimane invariata ma emergono alcuni segnali di ripresa
da evidenziare. Catanzaro rimane il capoluogo di regione più economico:
per comprare un immobile residenziale qui si spendono mediamente 1.129 euro,
cifra che è scesa del 5,5% rispetto al 2015 ma che risulta in crescita dello
0,2% nell’ultimo trimestre del 2016. Un segno, questo, di come la ripresa stia
coinvolgendo anche le località meno care. Seguono Campobasso, con un
prezzo medio di 1.180 euro al metro quadro (-10% rispetto a dicembre 2015,
record assoluto dei cali annui in Italia), e Perugia con 1.290
euro/mq, cifra scesa del 5,4% in un
anno.
L’ultima
parte del 2016 ha visto crescere i prezzi in diversi capoluoghi di regione:
oltre ai già citati casi di Firenze e Catanzaro, va segnalata la buona
performance di Bologna, dove da settembre a dicembre 2016 i costi sono
aumentati dell’1%. A Trieste e Aosta si è rilevato un aumento
dello 0,8%, ottimo segno soprattutto per la seconda città che nell’ultima analisi
era quella in cui i prezzi erano scesi maggiormente in un anno.
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