“Fin dove è possibile
che una identità regga l’incalzare degli eventi, quando e come può finire per
spezzarsi?” ‒ François Zourabichvili
In arrivo nelle
librerie fisiche ed online “Il divenire della filosofia in François
Zourabichvili” edito dalla casa editrice mantovana Negretto Editore, per la collana editoriale “Il corpo della filosofia”.
La collana “Il corpo della filosofia” diretta da
Rossella Fabbrichesi e Cristina Zaltieri, è la scrittura dei suoi testi, là
dove il pensiero si fa visibile, si concede al nostro sguardo. Porre l’accento
su tale corpo non significa attraversare i testi mirando ad un altrove
invisibile di cui essi sono i segni, ma illuminare l’intreccio scritturale che
è la loro carne, il textum. Significa
anche tener conto che il pensiero si dispiega sempre in un’alterità (corpo,
scrittura, carne, materia) che lo contamina e lo nutre. Lungi da rimuoverlo od
obliarlo, la filosofia deve essere all’altezza di tale suo corpo potente e
glorioso.
“Il divenire della
filosofia in François Zourabichvili”, curato da Cristina Zaltieri, traduttrice
in Italia del filosofo francese, raccoglie gli interventi presentati il 2
febbraio 2017 all’Università Bicocca di Milano al Convegno omonimo dedicato al
filosofo. Suddiviso in due parti, la
prima “Letteralità, Evento Esaustione, Mappa” propone i testi di Giorgio Majer Gatti “La questione della letteralità. Note di
lavoro per una genesi”, Luca Pinzolo
“L’evento-Deleuze. Il discorso indiretto
libero di François Zourabichvili”, Ubaldo
Fadini “Esaurire e/è creare. Il
possibile in questione a partire da Gilles Deleuze e François Zourabichvili”
e Lorenzo Gatti “Il commento scisso di François Zourabichvili”.
La seconda parte
intitolata “Chimera, Forma, Fisica del Pensiero, Infanzia” presenta i
contributi di Cristina Zaltieri “François Zourabichvili e la pratica della
filosofia”, Vittorio Morfino “Il divenire della forma”, Federico Silvestri “Dal moto al conatus. Individualità dei corpi
e ‘fisica del pensiero’ in Spinoza”, e Gianfranco
Mormino “La prima apertura al mondo:
Zourabichvili e la condizione infantile in Spinoza”.
Come suggerisce Cristina Zaltieri nella presentazione del
libro, oggi, le riflessioni di François
Zourabichvili stanno ricevendo grande rilievo internazionale e questo lo si
può notare dalle traduzioni presenti in lingua inglese, giapponese, turco. Da mettere in rilievo che solo in Italia
son state tradotte e pubblicate le sue
quattro opere principali: “Deleuze. Una filosofia dell’evento” (Ombre Corte,
Verona, 2002); “Spinoza. Una fisica del pensiero” (Negretto Editore, 2012); “Il
vocabolario di Deleuze” (Negretto Editore, 2012); “Infanzia e regno. Il
conservatorismo di Spinoza” (Negretto Editore, 2016).
Non si può di certo affermare che il pensiero di
Zourabichvili sia di facile accesso per
la complessità delle speculazioni affrontate sul filosofo Baruch Spinoza e su Gilles Deleuze ma è proprio questa
la potenza nella quale si nota il grande lascito della filosofia dell’Evento di
Deleuze e nel lavoro di far dei concetti altrui non tanto interpretazione
quanto una sperimentazione che ha come campo d’esperienza noi stessi.
La ricerca focale dell’indagine filosofica di Zourabichvili ‒ come sottolinea la Zaltieri – è l’emergenza dell’identità, l’emergenza di tracciare i suoi contorni ed
i suoi limiti in un percorso di liberazione dal materialismo e dalla
tradizione e, di presa di coscienza e dunque riconoscimento delle chimere, così come le denomina Baruch Spinoza.
“La letteralità equivale,
secondo Zourabichvili, alla pratica stessa dell’immanenza, cioè alla produzione
di senso attraverso la contaminazione delle serie eterogenee. Per chiarire
meglio questo punto, Zourabichvili riprende le riflessioni che Deleuze ha
dedicato al passaggio dal verbo EST alla congiunzione ET (soprattutto in
Conversazioni e Millepiani), sulla base di un’idea definita sin dai tempi di
Empirismo e soggettività. Cosa può significare l’espressione ricorrente «le
relazioni sono esterne ai loro termini», se non che le relazioni non sono date
in anticipo attraverso la natura statica dei termini stessi, ma sono sempre il
prodotto di un incontro, dunque di un dinamismo relazionale e virtuale?” ‒ Giorgio Majer Gatti
“«La philosophie de
Deleuze est un monopluralisme duel.» Il pluralismo non è la divisione
dialettica dell’Uno nel Due: si tratta di un pluralismo dato in uno, ossia in
una volta sola, ma pur sempre come pluralismo – di qui l’opzione, da parte di
Deleuze, di impiegare la parola multiple come sostantivo e non come aggettivo;
il multiplo è un ‘blocco’, è un pluralismo-uno piuttosto che una
’uni-pluralità’ che si dà, o meglio si articola, in modo plurale a partire da
una preliminare unità, destinata questa sì, in un modo o nell’altro, a
ricomporsi.” ‒
Luca Pinzolo
“Di fronte all’odierno «sistema controllato delle parole d’ordine»,
Deleuze sottolinea la necessità – anche politica – di una ‘contro-informazione’
che possa valere come ‘atto di resistenza’, che consenta di comunicare ‘meno’,
in quanto creare è «sempre stato altro dal comunicare». Oggi l’essenziale
consiste proprio nella creazione ‘dei vacuoli di non-comunicazione’, degli
‘interruttori’ indispensabili per sfuggire al ‘controllo’, con i suoi effetti
di sofisticata omologazione attraverso la diffusione di una apparente
diversità/differenziazione, anche a livello individuale.” ‒ Ubaldo
Fadini
“Spinoza
è il primo commentatore di sé stesso, lo fa inserendo, come diceva Gilles
Deleuze nel calmo movimento del ‘fiume della deduzione’, lo scorrere
sotterraneo, irrequieto, polemico e immaginifico degli scoli. Il commento di un
testo scritto ordo geometrico si differenzia da un commento generico perché le
partizioni testuali di riferimento sono effettuate dall’autore stesso e
consentono di essere prese a blocchi che rimangono inalterati nel passaggio da
un commentatore all’altro.” ‒ Lorenzo Gatti
“Interpretare
può essere solo una cosa, per Zourabichvili: sperimentare. In primo luogo
sperimentare la forza vitale dei concetti, la loro capacità di rispondere al
proprio problema. Concretamente in che consiste questa postura sperimentale
dell’interpretazione? Ci offre la risposta una costellazione di concetti che è
ricorrente nella scrittura di Zourabichvili: envelopper, enveloppement,
impliquer. Laddove sono riferiti alla natura del concetto questi termini stanno
ad indicare che la sostanza propria di cui è fatto un concetto filosofico è
costituita da un inviluppo di senso. Quello che deve fare l’interprete non è
tradurre il concetto, trasporlo in termini più comprensibili, più propri, come
si richiede nell’interpretazione di una metafora.” ‒ Cristina Zaltieri
“Se vi è un concetto che attraversa tutta l’interpretazione che
Zourabichvili propone del pensiero spinoziano, senza dubbio è quello di
forma. Certo, reinstaurare la centralità della forma nella teoria
spinoziana sembrerebbe una mossa che presuppone un’abdicazione della lettura
materialistica, sia essa posta in essere in favore di uno sdoppiamento
platonizzante dei piani dell’essere o di una concezione gerarchica e
teleologica delle forme à la Aristotele o à la Leibniz. […]” ‒ Vittorio
Morfino
“L’analisi
di Zourabichvili, muove da un’osservazione di un certo rilievo: generalmente si
riconosce in Leibniz il filosofo della riabilitazione del concetto di forma.
Più propriamente, si è soliti leggere Leibniz come colui che ha riabilitato le
forme sostanziali, mentre, secondo l’interpretazione di Zourabichvili, sarebbe
più opportuno vedervi colui che ne ha radicalmente modificato il concetto.”
‒ Federico Silvestri
“L’analisi di Zourabichvili inizia appunto con un grande aristotelico,
Tommaso d’Aquino: il dottore medievale legge il problema del passaggio dal
bambino all’adulto come un processo nel quale si mantiene l’identità, ovvero la
continuità numerica. Come osserva Zourabichvili, mentre lo sviluppo fisico
appartiene al novero del moto secondo la quantità, quello dello spirito produce
un mutamento qualitativo; il bambino non ha semplicemente una ragione minore di
quella dell’adulto, ne è del tutto privo. Perciò esso «sembra appartenere al
genere [animale], senza differenza specifica; così si parlerebbe di un animale
in generale, dunque di una bestia (dato che gli si riconosce almeno la capacità
motoria). Non è già di un’altra specie, a dire il vero non ne consta di
alcuna»” ‒ Gianfranco Mormino
François
Zourabichvili è stato un filosofo francese, di origini armene, che si
dedicò interamente alla comprensione e commento di Baruch Spinoza e Gilles
Deleuze, approdando alla produzione di opere di folgorante intensità concettuale.
Docente all’Università Paul Valéry di
Montpellier e direttore di programma del Collège International de
Philosophie dal 1998 al 2004. A 41 anni,
ed esattamente il 19 aprile 2006, Zourabichvili ha deciso di interrompere la
sua vita proprio come aveva fatto dieci anni prima Gilles Deleuze.
Written by Alessia Mocci
Ufficio Stampa Negretto Editore
Info
Sito Negretto Editore
http://www.negrettoeditore.it/
Acquista “Il divenire della filosofia in François
Zourabichvili”
https://www.lafeltrinelli.it/libri/cristina-zaltieri/divenire-filosofia-francois-zourabichvili/9788895967332
Intervista Cristina Zaltieri
http://oubliettemagazine.com/2018/02/22/intervista-di-alessia-mocci-a-cristina-zaltieri-traduttrice-del-filosofo-francois-zourabichvili-per-negretto-editore/
Acquista “Spinoza. Una fisica del pensiero”
https://www.ibs.it/spinoza-fisica-del-pensiero-libro-francois-zourabichvili/e/9788895967240
Acquista “Infanzia e regno. Il conservatorismo paradossale
di Spinoza”
https://www.unilibro.it/libro/zourabichvili-fran-ois/infanzia-regno-conservatorismo-paradossale-spinoza/9788895967295
Facebook Negretto Editore
https://www.facebook.com/negrettoeditoremantova/
Sito Odori Suoni Colori
http://www.odorisuonicolori.it/
Fonte
http://oubliettemagazine.com/2018/03/16/in-libreria-il-divenire-della-filosofia-in-francois-zourabichvili-a-cura-di-cristina-zaltieri-edito-da-negretto-editore/
Nessun commento:
Posta un commento