Il
2017 è stato un anno di crescita per il credito al consumo e, secondo l’osservatorio di Facile.it
e Prestiti.it, nel corso dei 12 mesi la richiesta media presentata alle finanziarie
è aumentata del 2,3% rispetto al 2016, raggiungendo i 10.790 euro; chi si è rivolto ad una società del credito,
dichiarando la finalità, lo ha fatto soprattutto per sostenere spese legate alla
casa o all’auto, ma quella che,
percentualmente, è aumentata di più rispetto
al totale richieste è il consolidamento
debiti (+5,5%). Sono questi alcuni dei dati emersi dall’analisi realizzata
dai due portali, che hanno esaminato un campione di oltre 50.000 richieste di
prestito personale ricevute tra l’1 gennaio il 31 dicembre 2017*.
«L’aumento della percentuale di
richieste di prestito per il consolidamento debiti è legato alla diminuzione
del costo del denaro e alla sempre più intensa competizione tra le società del
credito, che insieme hanno determinato un generale abbassamento dei tassi di
interesse applicati dalle finanziarie», spiega
Andrea Bordigone, responsabile BU
prestiti di Facile.it. «Oggi un prestito personale costa meno
rispetto a qualche anno fa; scegliere di consolidare finanziamenti già in corso
può essere quindi una soluzione concreta per risparmiare sugli interessi,
accorpando tutte le rate in una unica mensile più leggera.».
Analizzando
il profilo dei richiedenti emerge che, rispetto al 2016, è diminuita l’età media di chi ha presentato domanda, scesa da 41
anni e 11 mesi a 40 anni e 9 mesi,
mentre sono rimasti sostanzialmente stabili la durata dei prestiti (circa 60 rate) e lo stipendio medio del richiedente, pari a 1.670 euro.
Nel
71% dei casi a presentare domanda di
finanziamento è stato un uomo ma rispetto al 2016 è aumentata di quasi 1 punto la percentuale delle donne che si sono
rivolte ad un’azienda del credito. Permangono le differenze tra gli importi
richiesti dai due sessi; gli uomini hanno
cercato di ottenere in media circa 11.100 euro, l’11% in più rispetto alle donne (circa 9.900 euro), distanza da
leggere anche in rapporto agli stipendi medi dichiarati (1.470 euro per le
donne contro i 1.750 euro degli uomini).
La
categoria professionale che si rivolge maggiormente alle finanziarie è quella
dei dipendenti privati a tempo
indeterminato (66,1% delle
richieste); seguono i lavoratori
autonomi (11,1%) e i pensionati
(6,3%).
Aumentano
i giovani e gli importi richiesti
A
dare un contributo importante alla riduzione dell’età media dei richiedenti
sono stati, in particolare, gli under 30,
che nel 2017 aumentano il proprio peso di quasi 4 punti percentuali sul totale
richiedenti, arrivando a rappresentare il 19%.
Guardando alle altre fasce, le due più rappresentative restano comunque quella tra i 30 e i 39 anni di età, (30%) e
quella tra i 40 e i 49 anni (27%). Chiudono la classifica coloro che hanno tra i
50 e i 59 anni (14%) e gli over 60 (8%).
Da
notare che, nonostante l’età dei richiedenti sia diminuita e la percentuale di
giovani cresciuta, l’importo medio richiesto non solo non si è ridotto ma è
addirittura aumentato, sia guardando al totale prestiti, sia nel segmento under 30, categoria che nel 2017 ha chiesto
alle società del credito somme più alte del 6,7% rispetto al 2016.
Casa
e auto le prime finalità
Fra
le richieste di prestito personale 2017 per le quali il firmatario ha specificato
la finalità di utilizzo, quelle destinate
alla “casa” rappresentano ancora una volta la voce più consistente; poco
più del 34% delle domande di finanziamento
erano destinate a spese legate all’abitazione. Tra queste, la fetta più grossa
è rappresentata dai prestiti per ristrutturazione
(24%), seguiti da quelli per l’acquisto di arredamento (7%) o di un
immobile (3%). Le auto, invece,
rappresentano, con circa il 27%, la
seconda ragione che spinge gli italiani a rivolgersi ad una finanziaria;
compongono questa categoria i prestiti per l’acquisto
di auto usate (21%) o nuove (6%).
Seguono
in classifica le richieste di prestito personale mirate all’ottenimento di liquidità (circa il 13%) e quelle per il consolidamento debiti (circa l’11% e,
come detto, in aumento di 5,5 punti percentuali rispetto al 2016).
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