A
giorni, in molte regioni italiane suonerà la prima campanella dell’anno
scolastico e se da un lato i ragazzi metteranno mano ai libri, dall’altro i
genitori metteranno mano al portafogli perché, inutile negarlo, studiare costa,
e tanto. Secondo l’analisi di Facile.it e Prestiti.it, dall’ 1 gennaio al 31 maggio 2017 sono
stati erogati quasi 169 milioni di euro
per sostenere i costi legati a studio, formazione ed università.
Secondo
lo studio, compiuto su un campione di oltre 60.000 domande di finanziamento
presentate nei primi cinque mesi dell’anno, chi vuole un prestito di questo
tipo punta ad ottenere in media poco più di 8.000 euro (8.019€); cifra superiore del 10,2% rispetto a quella richiesta cinque anni fa, ed equivalente ad
una rata mensile di circa 200 euro.
«Secondo dati ufficiali
Istat» ha dichiarato Mario
Parteli, responsabile Business Unit Prestiti di Facile.it «considerando sia i corsi triennali sia
quelli specialistici, ogni anno in Italia ci sono circa 300.000 nuovi
laureati. E’ comprensibile, quindi, che si cerchi di emergere frequentando i
corsi delle università più rinomate che, però, comportano spese non sempre
facili da sostenere per le famiglie. Richiedere un prestito specifico può
essere un modo per non rinunciare ad una formazione di alto livello investendo
su se stessi o sul futuro dei propri figli.»
La durata media del
finanziamento per lo studio, che nel periodo analizzato è stato richiesto da
quasi 890.000 italiani, è pari a 4
anni e mezzo (54 mensilità), mentre
il TAEG applicato dalle finanziarie varia anche notevolmente passando da
un’offerta minima del 6,1% fino a oltre l’11%.
Lo studio di Facile.it e
Prestiti.it ha anche analizzato il profilo di chi chiede un finanziamento legato
allo studio; in media il richiedente ha 40 anni, e nel 42% dei casi è donna, percentuale
altissima se si considera che, mediamente, le donne rappresentano meno del
25% dei richiedenti prestito in Italia; in questo caso, però, il finanziamento
viene usato anche per frequentare master e corsi di formazione utili a
presentarsi con nuovi titoli magari dopo uno stop legato alla maternità.
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