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sabato 7 gennaio 2012

I navigatori satellitari non sono solo per le persone

Gli uccelli marini gallesi sono attualmente monitorati mediante l’utilizzo di navigatori satellitari. Nell’ambito di un vasto progetto di rilevazione GPS ad opera di RSPB Cymru, WalesOnline.co.uk ha riferito che i ricercatori utilizzeranno i dati provenienti dai gps per localizzare gli uccelli ogni due minuti e cercare così di gettare luce sul loro comportamento. Lo studio vuole scoprire per quale motivo il Galles abbia mantenuto una popolazione significativa a livello internazionale di gabbiani e gazze marine, il cui numero è invece drasticamente diminuito nelle altre zone dell’Inghilterra.

Finora il progetto ha suggerito che gli uccelli marini gallesi potrebbero ottimizzare, rispetto alle altre popolazioni, il risparmio di energia muovendosi lungo la costa in caso di forti correnti. L’ufficiale della polizia marittima di RSPB Cymru John Clark ha dichiarato a WalesOnline.co.uk: "Questo studio ci ha fornito delle ulteriori informazioni su come gli uccelli marini si nutrono. [La tecnologia satellitare] è stata molto utile nel mappare le aree in cui queste popolazioni si nutrono, così che queste importanti zone…non subiscano l’impatto di eventuali sviluppi."

Gli scienziati stanno ricorrendo sempre più spesso ai navigatori satellitari e alla tecnologia GPS per spiegare e monitorare il comportamento degli animali, nello specifico nel caso di specie in pericolo di estinzione, come gli orsi polari. Esistono molti modi diversi per attaccare un GPS agli animali, in base alle loro dimensioni, al loro habitat e ai loro comportamenti.

Nel caso di mammiferi di grandi dimensioni, come i primati, i gatti selvatici e gli orsi, il metodo più adatto consiste nell’attaccare il dispositivo intorno al collo o alla caviglia. Per quegli animali il cui diametro del collo è maggiore rispetto a quello della testa (ad esempio i maiali), potrebbe essere più indicato attaccare il dispositivo a dei finimenti. Questo metodo viene utilizzato anche con gli uccelli dal collo lungo, come l’oca, così che il dispositivo non possa essere rimosso.

Il metodo definitivo per attaccare il dispositivo è il metodo “diretto”, quello utilizzato da RSPB Cymru per gli uccelli marini gallesi. Le unità GPS devono essere leggere e resistenti, e i navigatori satellitari tendono ad essere incollati o fissati con nastro adesivo alle ali. Il metodo diretto risulta pratico per i mammiferi marini e per la maggior parte degli uccelli. È però in fase di sviluppo un nuovo metodo di localizzazione GPS, pensato per gli animali di grandi dimensioni e pesanti, come i rinoceronti. Il dispositivo può essere “impiantato” nell’animale, per esempio creando un piccolo foro sul corno. Così come gli altri metodi, non provoca nessun dolore all’animale e interferisce solo in minima parte con le loro attività quotidiane.

I sistemi GPS, quindi, non sono utili solo per gli umani. Mentre un navigatore satellitare economico può condurci da A a B senza problemi, la tecnologia alle sue spalle viene utilizzata per ogni tipo di obiettivo, ma forse il suo aspetto più importante è che ci permette di conoscere sempre meglio l’ambiente in cui viviamo e di proteggerlo nel futuro.


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