Sono tanti i cittadini dell’Emilia-Romagna
messi in difficoltà economica dall’obbligo di quarantena tanto che, come certifica
un’indagine condotta per Facile.it da
mUp Research e Norstat* ad aprile 2020, se in totale le famiglie residenti nella regione che
hanno visto calare le entrate sono oltre 770.000, il 14,9% dei rispondenti, pari a circa 213.000
nuclei familiari dell’Emilia-Romagna, ha visto calare il proprio reddito
mensile di oltre il 50% (12,1% a livello nazionale).
Se si guarda invece a chi ha ammesso di
aver perso il 100% delle proprie entrate, la percentuale rilevata tra i
rispondenti della regione è pari allo 0,7%, valore
nettamente più basso rispetto a quello nazionale (6,4%). Nonostante questo,
continuando ad analizzare i dati nel dettaglio, si scopre che più di un
rispondente su sei, pari quindi al 16,3% dei nuclei familiari dell’Emilia-Romagna,
ha dichiarato di trovarsi già oggi in una situazione di difficoltà economica.
Gli aiuti previsti dal Governo:
i più richiesti e quelli più utili
Se si analizzano
le risposte di coloro che hanno dichiarato di aver fatto
ricorso ad una o più misure introdotte dai decreti del Governo emerge
che tra gli intervistati dell’Emilia-Romagna la percentuale è pari al 12,1%.
Guardando ai soli interventi per i quali i cittadini hanno potuto scegliere se
aderire o meno, quello più utilizzato dalle famiglie della regione è stato il bonus da 600 euro per autonomi e partite Iva (52,9%
dei rispondenti dell’Emilia-Romagna che hanno fatto uso di aiuti
governativi vs 48,7% a livello nazionale), seguito dalla possibilità di prolungare la validità della polizza Rc auto
o moto in scadenza o di prorogare le revisioni (17,6% vs un valore nazionale pari al 13,2%).
La ricerca ha
infine voluto indagare quali fossero, tra i principali interventi introdotti
dal Governo per fronteggiare l’emergenza, quelli ritenuti più utili; alla
domanda “indichi i tre interventi che ritiene più utili”, il 50,4%
degli intervistati dell’Emilia-Romagna ha risposto il divieto di licenziamenti
e l’ampliamento della cassa integrazione, seguito dalla sospensione
del mutuo prima casa (48,2% contro una media nazionale del 39,2%) e dal
bonus di 600 euro per autonomi e partite Iva (36,9% vs 47,5% a
livello nazionale).
* Metodologia: n. 1.508 interviste CAWI
ad un campione rappresentativo della popolazione adulta, in età 18-74 anni,
sull’intero territorio nazionale. Indagine condotta ad Aprile 2020.
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