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giovedì 26 settembre 2013

Mutui e precari: il 2,7% dei mutui concessi è sottoscritto da chi ha un contratto a tempo determinato

Anche se i lavoratori precari in Italia sono circa il 13% del totale* quando si tratta di comprar casa l’incidenza dei mutui concessi a chi ha un contratto a termine rispetto al totale dei finanziamenti accordati si riduce drasticamente: secondo il portale Mutui.it (www.mutui.it) sono appena il 2,7% del totale. L’indagine, svolta in collaborazione con Facile.it (http://www.facile.it/mutui-prima-casa.html), è partita dall’analisi di oltre 6.000 domande di mutuo e relative erogazioni concesse in Italia da gennaio a luglio 2013 e ha evidenziato come, se anche riescono ad ottenere un finanziamento, i lavoratori precari non sono mai gli unici firmatari del mutuo.
«Quando a chiedere un mutuo è un soggetto che non è assunto a tempo indeterminato – dichiara Lorenzo Bacca, responsabile business unit mutui dell’azienda – le banche reagiscono irrigidendo ancora di più i loro parametri: la presenza di un cointestatario assunto a tempo indeterminato o perlomeno di un garante in grado di coprire il pagamento del finanziamento in caso di difficoltà diventano, così, conditio sine qua non per la concessione.»
Nel dettaglio, il 60% dei mutui fra i cui intestatari vi è un lavoratore precario vede la presenza di un garante, il restante 40% è intestato ad un secondo soggetto, impiegato a tempo indeterminato o libero professionista. L’importo medio erogato ammonta a circa 130.000 euro e si finanzia, in 9 casi su 10, l’acquisto della prima casa; il loan to value, vale a dire la percentuale del valore dell’immobile acquistata col mutuo, è più alto della media e arriva al 66%. La durata del finanziamento che si riesce ad ottenere è di poco meno di 25 anni (23,5) mentre l’età media del primo firmatario è di 35 anni, leggermente inferiore alla richiesta “tipo” di mutuo in Italia.
Per quanto riguarda i tassi, la preferenza assoluta va al tasso variabile, scelto dal 68% dei mutuatari: si tratta, probabilmente, di soggetti convinti di migliorare le proprie condizioni economiche negli anni a venire, che pertanto preferiscono le oscillazioni del variabile alla rata certa, ma più elevata, del mutuo a tasso fisso.
Non tutti i contratti a tempo determinato, però, sono uguali per la banca: le categorie che possono essere più ottimiste circa l’ottenimento del mutuo sono i precari della scuola, che spesso vantano molti anni di servizio presso lo stesso datore di lavoro e, pertanto, vengono visti di buon occhio dall’istituto finanziatore, in quanto titolari di una fonte di reddito pressoché certa. Ovviamente, anche loro devono ricorrere ad un garante o cointestatario, ma il loro stipendio può andare a comporre il reddito complessivo su cui calcolare la rata.
«La recente approvazione del Piano Casa da parte del Governo Letta ha riportato in auge le difficoltà dei precari e dei più giovani ad ottenere un finanziamento per l’acquisto casa – conclude Bacca – ed auspichiamo che, nei prossimi mesi, aumenti la probabilità dei precari di accedere al Fondo per la concessione di mutui a tassi agevolati; la fotografia attuale, ad ogni modo, resta piuttosto grigia.»
* Dati Istat, 2010

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